Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 1999. Il numero delle donne vittime di violenza continua però a crescere rivelando quanto la società civile sia carente sull’educazione al rispetto e alla parità di genere. Secondo alcune stime, dal 2012 a oggi sono stati commessi in Italia 1.079 femminicidi, su tutto il territorio nazionale. Un dato ritenuto approssimato per difetto.Da un’idea di Gianluca De Marchi, amministratore delegato di Urban Vision, in collaborazione con il ‘Gruppo 25 Novembre’, costituito dallo stesso ad e da Antonella Centra, Serena Dandini, Michela Di Biase, Giulia Minoli, Chiara Valerio, e con l’associazione Crisi Come Opportunità, i nomi di tutte le donne uccise verranno ricordati attraverso un memoriale sui maxi schermi nelle città di Roma e Milano.
Sugli schermi appariranno i nomi delle vittime, la data della loro morte e il modo in cui sono state uccise e si leggeranno citazioni di donne simbolo di lotta e coraggio. Le immagini sono state curate da Crisi Come Opportunità, che per la loro realizzazione si è ispirata a un’installazione permanente situata presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma.
“Abbiamo voluto veicolare questo messaggio con la forza traumatica del contenuto che racconta, ovvero la morte di queste donne avvenuta per mano di uomini, spesso noti alle vittime. Vogliamo ricordarne i nomi e le storie, anche se nel loro epilogo più triste, e dire alle loro famiglie e ai loro amici che non sono state dimenticate”, ha detto ancora De Marchi.
Nel palinsesto degli schermi Urban Vision dedicato al 25 Novembre sarà presente anche il video ‘Il luogo più pericoloso’, realizzato da Silvia Levenson e Natalia Saurin sul tema del femminicidio. L’impegno preso dal Gruppo 25 Novembre non si fermerà al memoriale nella data simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, ma attraverso lo sforzo congiunto con le istituzioni, promuoverà progetti di sensibilizzazione per contrastare questo fenomeno e rompere il silenzio che spesso ancora lo accompagna.