Da tempo, spiega la nota, la società ha spostato lo sguardo oltre i confini nazionali, approdando sul mercato inglese ed esportando il brand Urban Vision “come modello di originalità, know how e innovazione made in Italy”. ”I numeri incorniciano un eccellente anno per noi e confermano l’OOH non solo come mercato vivo che raccoglie la fiducia dei brand e delle aziende, ma come risorsa preziosa in termini di indotto e di occupazione, soprattutto se legato al restauro sponsorizzato”, osserva Gianluca De Marchi, presidente di Urban Vision. “La nostra rapida crescita -prosegue- è dovuta principalmente all’aver saputo intercettare un bisogno sempre più urgente in Italia, quello di mettere insieme pubblico e privato nella tutela e nel mantenimento dei tesori artistici nazionali, dando vita ad un modello economico che ha ricadute sia occupazionali, poiché mette in campo nuove professionalità, sia sociali, perché restituisce ai cittadini un patrimonio che è massima espressione della nostra identità culturale e fonte inestimabile per il rilancio del Paese dal punto di vista dell’appeal internazionale per turisti e investitori esteri.” Non è un caso, dunque, spiega Urban Vision, se tra gli impegni del prossimo semestre c’è proprio quello di allargare ulteriormente l’ambito operativo e concentrarsi sul recupero del patrimonio architettonico e artistico attraverso il fund raising non vincolato all’esposizione pubblicitaria, con l’ausilio di progetti di comunicazione innovativi e multimediali; una strada intrapresa già da tempo e confermata durante uno degli ultimi appuntamenti organizzati dalla società in collaborazione con Earth Day Italia: il faccia a faccia tra il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e Del Turismo, tenutosi lo scorso 21 maggio in Vaticano

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