La bellezza, leva per risollevare l’Italia

“Sulle periferie si giocano le sfide più importanti del futuro”, ha detto Franceschini collegandosi al tema principale del dibattito. “Non solo per l’integrazione, per anni si è costruito pensando che la gente andasse solo a dormire in certi quartieri: Mai una piazza, cioè i luoghi in cui le persone che vivono nello stesso luogo possono incontrarsi e diventare una comunità”.
Il ministro ha anche puntato i riflettori su un tema che e’ alla base dell’azione del governo: “Dobbiamo riavvicinare gli italiani al proprio patrimonio culturale, vivendo nella bellezza alcuni non riescono più a vederla, camminano distratti, eppure migliaia di turisti ogni anno rimangono frastornati da tanta bellezza”.
Per mantenere in piedi questi luoghi meravigliosi, serve un cambio di paradigma culturale: “In alcuni paesi il mecenatismo o la filantropia sono ormai dentro il sentire comune – afferma Franceschini -. Dobbiamo arrivare a quel punto anche in Italia, ma visto che queste collaborazioni non sono nate per caso, ma da una serie di incentivi fiscali, dobbiamo ripetere la pratica anche da noi, per contribuire sempre più a far entrare il rapporto tra pubblico e privato nel sentire comune degli italiani”.
All’evento, organizzato da Urban vision e Earth Day Italia, hanno preso parte anche il presidente della commissione Cultura del Parlamento europeo, Silvia Costa, il soprintendente per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, Massimo Osanna, la grande étoile italiana, Carla Fracci e l’attrice Monica Guerritore. “La tutela del patrimonio artistico deve essere condivisa, non può essere lasciata solo sulle spalle del governo, che invece deve avere un ruolo di coordinamento delle attività. Per questo bisogna coinvolgere i privati”, ha affermato Osanna, impegnato nel recupero di uno dei siti più belli.
Sempre partendo da un punto preciso, individuato da Ravasi e Franceschini: “Il bello e anche entrare nel groviglio di vipere che rappresenta l’umanità, il bello non è levigatezza ma la capacità di cogliere il trascendente, ciò che non si vede”.
Anche nelle periferie delle città, dove la bruttezza genera brutture, ma con adeguati interventi può restituire bellezza inaspettata.